“Poliziotti:
Mostri da prima pagina!”
Siamo Poliziotti,
sappiamo che per questo
un giorno potremmo essere chiamati a rendere conto del nostro operato alla
giustizia; sappiamo anche come sia importante che essa possa seguire il suo
corso liberamente, priva da ogni condizionamento.
Quello che non capiamo
è in base a quale parametro si scelga deliberatamente quali generalità meritino
di essere pubblicate su un quotidiano e quali no. Fermo restando che una vera e
propria disciplina in merito esiste solo per i minori, vorremmo che una certa
categoria di giornalisti, arrivisti e senza scrupoli, capisca a quale genere di
pericolo espone un poliziotto il fatto di pubblicarne nome e cognome, come è
stato fatto con i nostri quattro colleghi domenica 2 giugno.
Non vogliamo chiedere
una corsia preferenziale, ma che siano salvaguardate le famiglie ed i figli di
chi svolge così delicati compiti istituzionali. Vogliamo che siano tutelate
dalla cattiveria gratuita di chi vuole vivere senza regole ed è costretto a
rispettarle proprio perché NOI spendiamo la nostra vita per questo, che siano
tutelate da chi non aspetta altro che sfogare il suo livore su un articolo di
giornale contro le istituzioni e lo Stato, vogliamo avere lo stesso garantismo
che oggi si concede a chi si muove nell’ambito della declamata “presunzione
d’innocenza”, perché I POLIZIOTTI NON
SONO FIGLI DI NESSUNO.
Ieri, domenica 2 giugno
festa della Repubblica Italiana, è stata scritta una delle pagine più infamanti
e antidemocratiche della cronaca; l’informazione ha, DI FATTO, già condannato quattro nostri colleghi che non hanno
ancora subito il primo grado di giudizio, ha dato in pasto ai lettori i loro
nomi e cognomi, ha messo in difficoltà le loro famiglie ed i loro figli, ha
sputato contro chi ogni giorno si mette al servizio della comunità facendogli
scudo con il suo lavoro.
Il
SIULP auspica che si faccia chiarezza al più presto sulla vicenda e CONDANNA
vivamente la mancanza di tutela morale dei Poliziotti che questi articoli su
carta o in rete, hanno ancora una volta evidenziato.
Il
SIULP esorta i nostri Dirigenti a prendere le distanze da chi vuole che il
Poliziotto sia a tutti i costi un mostro da prima pagina e, fermo restando che
siano stati rispettati tutti i doveri di cronaca da punto di vista della
legittimità, chiederà la condanna anche disciplinare, sull’opportunità di
pubblicare nomi e cognomi.
Ci
auguriamo che, di pari passo col corso della giustizia, si restituisca la
dignità ai colleghi, che si è inteso calpestare con questo metodo sconsiderato
di fare “informazione”.
Questa non è la protesta di un sindacato, questa è una
battaglia di tutti, non è una campagna per il tesseramento,
è la voce di tanti lavoratori delusi, vilipesi, bistrattati, prevaricati
nell’orgoglio e nella morale!!
Roma, 3
giugno 2013 la
segreteria di base
