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sabato 17 novembre 2012

Manifestanti violenti e poliziotti. Ovvero: quei bravi ragazzi ed i figli di nessuno

Roma, 17 novembre 2012 (SRN) Editoriale del Segretario Generale del Siulp di Roma sulla manifestazione del 14 novembre scorso:
 
   L'impegno dei poliziotti in servizio presso i vari uffici della Questura di Roma, molti dei quali con più di cinquanta anni di età grazie al blocco del turnover imposto dal governo, impiegati senza protezioni, strumenti, mezzi e preparazione adeguata ma sempre all'altezza della situazione;
 
  la straordinaria professionalità dimostrata dai soliti gladiatori del reparto mobile di Roma, sinergie che hanno permesso alla città, insieme alla direzione della questura, di superare indenne il solito assalto di manifestanti violenti -questa volta brillantemente fermati- passano ancora una volta in secondo piano, grazie alle strumentalizzazioni dei "SOLITI NOTI".
 
  È sempre la stessa storia: se oltre 150 violenti vengono fermati in un corteo, con zaini contenenti oggetti contundenti, buttati ma recuperati; se gli stessi, una volta bloccati, hanno lanciato sampietrini contro i poliziotti, rovesciato cassonetti, divelto segnali stradali per armarsi e cercare di colpire i poliziotti, poco importa. Tanto il modo per uscirne è sempre lo stesso: mettersi a piagnucolare davanti ad una telecamera, dicendo che in fin dei conti volevano solo esercitare il democratico diritto di manifestare, raggiungere i palazzi della politica e del potere, ma il demone violento, sempre lui, non glielo ha permesso: IL CELERINO.
 
  IL CELERINO, per 1300€ al mese deve lavorare per 12 ore consecutive senza che gli paghino lo straordinario, deve prendere schiaffi, sputi, insulti, sampietrini in faccia per tutto il giorno e deve impedire ai manifestanti di raggiungere i palazzi della politica.
 
  Ma non c'è, forse, qualche contraddizione?
  Questa mattina, scorrendo la rassegna stampa, ho avuto modo di imbattermi in una serie dichiarazione in cui si parlava di commissioni d'inchiesta per i poliziotti violenti.
 
  Ma il “signor ministro” sa che invece di mandare 2000 uomini richiesti per l'O.P. ne sono stati mandati solo 800? Non è possibile pensare che gente che al mattino si alza per andare a difendere le istituzioni, per andare a difendere il sacrosanto diritto di manifestare dei cittadini onesti si debba ritrovare puntualmente ogni volta sotto processo. Nessuno si preoccupa dei violenti che aggrediscono i poliziotti. Nessuno e ripeto nessuno parla dei povero collega di Torino che si trova in ospedale in gravissime condizioni. Tutti a difendere quei bravi ragazzi che stavano in mezzo alla strada a devastare le città italiane e a dare botte e tirare sampietrini addosso ai poliziotti che erano impegnati a svolgere l'ordine pubblico per garantire le democratiche manifestazioni.
 
  Tutti pronti a dare addosso al malcapitato di turno al primo errore. Ma tutti pronti, nel contempo, a giustificare qualunque violenza perpetrata ai nostri danni. Il Siulp non ci sta. Noi non permetteremo nessun processo sommario. Senza mezzi, con dotazioni di sicurezza inesistenti, con un corpo che grazie ai tagli del governo ha un'età media superiore a 46 anni, con il taglio degli straordinari, delle indennità e chi più ne ha più ne metta, siamo anche costretti dopo 8-10 ore, a vederci recapitare in panino con due foglie d'insalata e scaglie di tonno galleggianti nell'olio.
 
  In questi contesti bisogna fare molta attenzione. Con la puntuale criminalizzazione di onesti padri di famiglia, il costante cattivo esempio dato da chi sperpera denaro pubblico senza ritegno e vergogna, con un paese pronto a dare ruolo a santoni di turno che invitano a compiere gesti inconsulti, noi poliziotti continueremo a dare il nostro contributo per la difesa dei diritti dei cittadini, la libertà delle persone oneste e soprattutto per il ripristino dei corretti valori sociali per le future generazioni. Anche solo per 1.300€ al mese.
 
   Ma, nel contempo, non permetteremo che si continui ad infangare la lealtà e l'onestà degli uomini in divisa di un corpo che, con onore e dignità, pagando spesso tributi di sangue molto elevati, ha permesso al nostro paese di raggiungere l'attuale livello di libertà, democrazia e progresso economico e sociale.