Roma 9 giugno 2012 (SRN) Riportiamo il comunicato del Segretario Provinciale del Siulp di Roma Wilhelm A. Longo:
Dopo
aver riconosciuto ai poliziotti il diritto al buono mensa in misura doppia per
chi protrae il proprio orario di lavoro oltre le 20 (dall’8/14), ecco che
spunta dal cilindro un’interpretazione nuova: il buono pasto spetta solo a chi
protrae il servizio almeno fino alle 21,
ma a condizione che il suo turno sia 14/20 e non 8/14. Risultato? C’è chi mangia e chi no.
Si
fa fatica a credere che qualcuno abbia riletto ed approvato una circolare dove
il pregiudizio e la mistificazione hanno lasciato il posto al diritto!!!
L’Amministrazione
riconosce il diritto al buono mensa per il secondo ordinario, ma solo se il
collega ha svolto un turno 14/20… con buona pace dei colleghi che sono al
lavoro dalle 8 del mattino, i quali se si attardano oltre le 21, non possono
far altro che digiunare o cenare a proprie spese!!!
Abbiamo
fatto uno sforzo infernale a capirlo ma ci pare doveroso commentare insieme
questo (s)passo, tratto dalla circolare 750.C .1.AG800/1693 del 15 maggio:
“Il personale della Polizia di Stato può beneficiare della mensa obbligatoria di servizio relativamente al 2° ordinario, ai sensi dell 'articolo 1, comma 1, lettera b della legge 18 maggio 1989, nr. 203, esclusivamente nei casi in cui si effettui un prolungamento dell' orario di servizio ordinario, e non anche del servizio straordinario, per almeno un'ora oltre le 19.00 e, pertanto, tra le ipotesi esaminate con la predetta nota l'unica che attribuisce il diritto al vitto gratuito è quella
in cui il personale svolge il turno 14.00/20.00 e permane in servizio straordinario, emergente o programmato, per almeno un' ora oltre tale orario, senza interruzione, indipendentemente dalla distanza della propria abitazione dall' ufficio".
Riprendiamo la parte più interessante per la
sua… originalità: “esclusivamente nei casi in
cui si effettui un prolungamento dell' orario di servizio ordinario, e non anche del servizio straordinario” e ci chiediamo: che vuol dire
prolungare il servizio straordinario?!? Davvero qualcuno s’è sperticato il
cervello nell’elaborare una tale assurdità?????? Ci si chiede infatti: esiste un limite-soglia dello straordinario oltre
il quale esso diventa… straordinario-straordinario? (?!?)
Ovviamente,
no. Fare un discrimine sulla durata dello
straordinario, o metterci un limite arbitrario diverso dalla "cessata
esigenza", è pura invenzione. Diverso sarebbe se la valutazione fosse fatta
sulla necessità o meno dello straordinario in sé, ma è altra faccenda….
Immaginiamo che la ragione possa stare
in una sorta di calcolo forfettario, fatto come se fossimo al banco di un
mercato, in base al quale quel dipendente che è in servizio dalle 8 del mattino,
poiché evidentemente sazio del 1° ordinario, goduto a spese
dell’Amministrazione, e del lavoro straordinario che smodatamente lo ha "costretto" a lavorare fino alle 21,
non può rivendicare il diritto di un ulteriore "beneficio" economico!!!
Il
SIULP ritiene che dai quei luoghi dove
si è tentati di "prezzolare" il lavoro
dei poliziotti, secondo la volontà del dirigente di turno, ci si dovrebbe
spostare su quelli del diritto, dove i diritti sono tutelati e pesati per il
loro (quasi) reale valore ma soprattutto sono concessi a tutti coloro che si
trovano nella condizione di poterne godere, senza distinzione alcuna!!!
SE IL COLLEGA NON PUÒ MANGIARE A CAUSA
DEL PROTRARSI DEL SUO SERVIZIO, L’AMMINISTRAZIONE DEVE RICONOSCERGLI IL DIRITTO
AL BUONO MENSA, QUALUNQUE SIA IL SUO TURNO O LA "DISTANZA DALLA PROPRIA
ABITAZIONE DALL’UFFICIO" !!!
Il SIULP, con apposita comunicazione, ha
interessato l’Ufficio Rapporti Sindacali affinchè dal Tardo-Medioevo in cui è
sprofondata la normazione
dell’Amministrazione (che non perde occasione per legittimare la cultura
del privilegio) possiamo spostarci nel
Terzo Millennio e ricondurre così tutto a principi di equità e rispetto per il
lavoro dei colleghi!!!