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giovedì 6 ottobre 2011

Lettera del Segretario Generale del Siulp di Roma al Questore Tagliente

Roma 6 ottobre 2011 (SRN) - Si riporta il testo integrale della dura lettera al Questore di Roma del Segretario Generale Saturno Carbone.

"Egregio Signor Questore
nel merito delle attività di rappresentanza dei lavoratori per la sicurezza dei luoghi di lavoro (D.Lgs 81/08), ovvero, partecipando puntualmente a tutte le attività programmate e/o emergenti esercitate dalla Questura, il Siulp Roma ha sempre mantenuto nel tempo una condotta “eticamente” pacata e, sul piano tecnico, ha sempre contribuito con un costante spirito costruttivo e collaborativo, tale per ogni suo contesto lavorativo, altresì corretto nei riguardi di tutti i dirigenti e rappresentanti delegati dalla S.V..
Ciò premesso, fatte salve le opportune considerazioni sul quadro generale dell’applicazione del dispositivo di legge in parola e, tenuto conto delle molteplici difficoltà economiche e gestionali in cui versa l’Amministrazione Pubblica, stando alla nostra situazione che nella fattispecie comprende circa 80 presidi tra Commissariati, Uffici dipendenti e la stessa Questura di Roma, Nostro Malgrado, dopo l’ultimo sopralluogo, nel senso negativo della parola, fa eccezione il solo Commissariato di P.S. di Roma – Spinaceto.
Specifiche e singolari, sono infatti le doglianze “emerse” e che il Siulp Roma intende denunciare presso le sedi opportune; in primo luogo per riportare la serenità e ripristinare la reciprocità del rispetto nei rapporti umani e gerarchici all’interno del Commissariato stesso, non di meno, per far comprendere, una volta per tutte, l’importanza della materia, il rispetto della normativa e dell’apparato tecnico, che non a caso, la Questura di Roma ha messo a disposizione dei dirigenti con delega di funzione datoriale.
E’ infatti un “vizio” diffuso, quello posto in essere occasionalmente dai Datori di lavoro, di affrontare il problema solo allorquando si presenta un’emergenza, un infortunio o la legittima richiesta dei R.L.S.; peggio ancora se, come nel caso di Spinaceto, a renderla necessaria è stata l’ennesima iniziativa arbitraria posta in essere dalla Dirigenza, e cioè quella di trattare, ancora una volta, le lavoratrici e i lavoratori come esseri privi di dignità, di diritti e di personalità.
L’articolo 97 della Costituzione Italiana, ad ogni buon conto, stabilisce dei criteri che valgono per tutti: efficacia, economicità, efficienza, miglior contemperamento dei vari interessi della “macchina” amministrativa. In senso compiuto criteri che valgono anche per tutti i funzionari e i lavoratori della Polizia e del Pubblico Impiego; quello di improvvisare all’ultimo momento e travisare sempre la realtà, con l’alibi dell’ordine pubblico, dell’emergenza continua, è ormai un luogo comune da chiarire e valutare solo nei casi realmente giustificati.
Specifica è invece la problematica, come è stato possibile rilevare a Spinaceto, di come la dirigenza, adottando il metodo più classico, quello più subdolo e strisciante, di “spalmare” prima con atti formali e circostanziati a cascata, le proprie responsabilità sulla schiena dei collaboratori in ordine gerarchicamente sottoposti, di mietere poi, a tutela delle sue lobby protette, inutili e pretestuose situazioni di contrasto tra colleghi, troppo spesso circostanziate solo da falsi problemi.
Dare una spiegazione esaustiva a tutti i problemi del Commissariato Spinaceto, richiede certamente una specifica indagine da parte dell’Ufficio di Vigilanza, è questa, senza alcun dubbio, rientra legittimamente nelle facoltà di questa O.S.. Cosa ben diversa è invece la situazione che, nonostante la presenza di spazi “infiniti”, di cui tanti ne dispone il Commissariato, due anni di tempo non sono bastati per fare e disfare gli stessi lavori di adeguamento logistico e, nonostante tutto, non sortire poi ad alcun risultato utile, se non quello di trovare ancora l’occasione di “umiliare ulteriormente il personale dipendente” e confermare l’evidente dispotismo.
Su come accadono e si determinano certe situazioni, spesso incresciose e di difficile dimostrazione, quando la stragrande maggioranza del personale supera il livello massimo dell’umana sopportazione, è compito del sindacato, del Siulp, intervenire e pretendere il ripristino della correttezza e della legalità sul posto di lavoro.
Si prega la S.V., a riguardo della situazione sopra esposta, di consentire presto un incontro con questa rappresentanza e per una più compiuta e diretta esposizione dei fatti.
Il Segretario Generale
Saturno CARBONE