Roma 14 marzo 2011 (SRN) - Sinceramente non ci aspettavamo che il delirio di onnipotenza dei soliti: “qualcuno che conta” arrivasse a tanto. Con una circolare di poche righe il Dipartimento della Pubblica Sicurezza, ha comunicato ai lavoratori della Polizia di Stato che sono obbligati a fruire di uno dei giorni della “nota legge” , il giorno 17 marzo in concomitanza con la ricorrenza dell’anniversario dell’unita’ nazionale. Francamente riteniamo che questo provvedimento sia un’espressa limitazione del diritto alle ferie e pertanto strida anche con i principi costituzionali. Il SIULP condanna questa aberrante iniziativa e ritiene che una cosi’ importante ricorrenza debba avere una sua espressa previsione che non comporti ulteriori sacrifici per i poliziotti. "Dopo gli annunci elettorali, le roboanti promesse nell’azione di governo, ancora una volta, le decisioni deliberate dell’Esecutivo gravano esclusivamente sulle tasche dei lavoratori." Ad affermarlo è il Consiglio Generale del SIULP, la massima espressione del più grande sindacato del Comparto Sicurezza che, riunito a Roma, ha stigmatizzato la scelta del governo di decurtare di un giorno le ferie dei lavoratori per proclamare il 17 marzo p.v. festa nazionale. "È veramente singolare", continua il SIULP, "come mentre da una parte si decide unilateralmente di chiudere gli uffici e i posti di lavoro senza dare alcuna indicazione su chi e come potrà fruire di questa festa, dall’altra “ope legis” scarica questo costo su chi non è stato nemmeno interpellato. Il tutto mentre, proprio quest’anno, ben due festività, il 25 aprile, Festa della Liberazione, e il 1 maggio Festa dei Lavoratori, ricadono in due giornate già festive e, pertanto, comporteranno un risparmio per l’erario che però non viene restituito alle tasche dei lavoratori. Per questo - conclude il SIULP - è il caso che il Governo superati i contrasti interni, rifletta e corregga immediatamente il provvedimento emesso affinchè il costo del 17 marzo sia compensato con la mancata spesa per il 1° maggio e il 25 aprile. Se così non sarà ci troveremo di fronte all’ennesimo atto di non rispetto per tutti i lavoratori e, in particolare per le donne e gli uomini in divisa che si sacrificano per la sicurezza e la democrazia del Paese."
