Roma 25 maggio 2011 (SRN) - Riportiamo il comunicato della Segreteria Provinciale Siulp di Roma, dopo i fasti dei concerti per i festeggiamenti del 59° anniversario della Polizia: "Da più di un anno alcuni musicisti della Banda Musicale, se vogliono proprio suonare, devono utilizzare lo strumento privato! Eh, già: dal momento che i fondi sono finiti, il datore di lavoro –l’Amministrazione- non compra più gli strumenti musicali per il Reparto. E non finisce qui: anche i fondi per la manutenzione ordinaria e peggio ancora, per le riparazioni degli strumenti stanno a zero, così alla prima rottura o inceppamento (pensiamo ai fiati: clarinetti, oboi….) il musicista sarebbe impossibilitato a suonare, perché il suo strumento è irreparabile, ma accade che per senso del dovere (ma quanto è giusto continuare a farlo?), il collega metta mano al portafogli e ripari gli strumenti musicali dell’Amministrazione o i suoi. Fatti i debiti paragoni è come se -di punto in bianco- i nuovi assunti in polizia dovessero comprarsi la macchina per andare a fare la volante o come se dovessero comprarsi la pistola prima di andare a fare la vigilanza. Di questo passo, a meno che non si rompa pure la bacchetta, non sarà difficile vedere il Maestro Billi dirigere la Banda mentre questa finge di eseguire un pezzo riprodotto in playback. Il che potrebbe anche essere un primato ….
La caduta libera del Dipartimento, alla quale nessuno sembra riuscire a mettere un freno, né con capacità né con volontà , sta aumentando esponenzialmente la propria accelerazione verso il basso. Come in un domino, sempre più rapidamente stanno saltando fuori gli effetti di un taglio scellerato al bilancio del Dipartimento, con gravissimi pregiudizi per tutti i servizi , da quelli primari per il servizio al cittadino a quelli di prima fila rispetto alla rilevanza Istituzionale. Tra questi, la Banda Musicale della polizia di Stato, composta da personale ultra selezionato con concorsi altamente esclusivi per capacità e titoli artistici richiesti nel bando di concorso, subisce la vergogna ed il disonore di non vedere tutelato nemmeno il proprio senso d’esistere. Al pari di una compagnia teatrale scalcagnata che si fa le scenografie coi pennarelli, allo stesso modo con cui una band di adolescenti si attrezza per insonorizzare il garage coi cartoni delle uova, esperti Maestri di musica e valenti artisti devono mendicare aiuto per avere la possibilità di svolgere il lavoro per il quale si sono formati e per il quale sono pagati!
Ma non solo la Banda, anche la Fanfara della Polizia di Stato, decretata dopo anni, senza un capitolo economico proprio, vive l’estinzione dello stesso fondo strumenti. Stessa situazione, quello che non c’è neanche per un reparto, secondo l’Amministrazione dovrebbe bastare per due reparti. E’ assolutamente ridicolo ed incomprensibile come un Reparto, costituito sul principio della più alta rappresentanza dell’immagine globale della Polizia di Stato, che con le professionalità e capacità artistica dei suoi componenti riesce in fatto a dare prova di saper oltrepassare le aspettative, sia fatto oggetto di un forsennato ed indiscriminato taglio dei fondi di spesa, al punto da sminuirne la stessa sussistenza artistica, minando il motivo stesso di esistere. Diciamo basta. Basta alle pantomime della retorica, alle frasi di circostanza; basta alle promesse che nessuno è grado o non vuole mantenere. Basta al dileggio della dignità dei poliziotti. Noi vogliamo dirlo: ‘Il Re è nudo’ e la responsabilità sta in anni di tagli si, ma anche in anni di grandi spese, della cui utilità ancora tutti ci stiamo chiedendo il valore, anni di complici e responsabili silenzi che hanno fatto si che non potessero essere diversamente impiegate quelle risorse economiche, la cui assenza oggi sta decretando la morte di importanti realtà professionali. Tagliare è diventato un imperativo, ma non a caso, non un taglio del 95 percento sul capitolo strumenti, non sulle esigenze primarie del lavoratore, non sui mezzi che usa per lavorare. L’amministrazione faccia in modo che il lavoro tanto declamato nelle circostanze pubbliche, non muoia al suo interno, via via in diminuendo, al ritmo dell’usura dei propri appartenenti e dei loro strumenti….
La Segreteria Provinciale