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lunedì 27 febbraio 2012

P.A.: SIULP, Eurostat certifica denigrazione pubblici dipendenti e poliziotti. Ma corruzione appartiene soprattutto a politica.

Roma, 27 febbraio 2012 (SRN) - Nonostante le dichiarazioni dei noti “crociati” contro i pubblici impiegati e i poliziotti, alcuni dei quali con incarico di governo li hanno definiti fannulloni e panzoni, oggi il rapporto di Eurostat fa chiarezza e fa emergere la realtà dei fatti. Dal governo Prodi, passando per Berlusconi sino a quello di Monti, i poliziotti, così come i pubblici dipendenti in genere, si sono ritrovati sempre con lo stesso stipendio, con maggiori carichi di lavoro per effetto del turn over bloccato (in polizia mancano oltre 14.000 unità) e con aumenti del costo della vita che, rispetto alle classifiche redatte dall’Istat, il 70% degli appartenenti al comparto sicurezza sono identificati tra i nuovi poveri perché non guadagnano più di 1.400 euro al mese di media. Ad affermarlo Felice Romano, Segretario Generale del SIULP che nel riprendere le dichiarazioni del leader della CISL Bonanni, condividendole in pieno circa il maltrattamento ricevuto dei pubblici dipendenti, lancia un ulteriore e grave allarme. Ad oggi tutti i casi di corruzione, che ricorda Romano pesano sul nostro Paese per oltre 70 miliardi l’anno, hanno visto quasi esclusivamente protagonisti rappresentanti della politica o personaggi che dalla politica sono stati indicati a gestire la cosa pubblica. Quasi inesistente o statisticamente irrilevante, sino ad oggi, i casi di corruzione tra gli appartenenti alle Forze di polizia e dei pubblici impiegati in genere che, anche questo va ricordato, sono ben lontani da quella soglia che ha attirato l’attenzione dell’attuale Governo circa la necessità di ridurre i compensi perché spropositati e non più sostenibili in raffronto ai loro omologhi europei. La situazione però, anche in relazione alla possibilità di accedere al mercato creditizio per i pubblici dipendenti senza trovarsi in condizioni di non poter onorare il debito, rischia di saltare. Non è pensabile, infatti, che all’Europa si guardi solo quando bisogna penalizzare e colpire i dipendenti e i pensionati. La situazione delle retribuzioni dei pubblici dipendenti italiani impone un intervento urgente e mirato per sbloccare una situazione non più sostenibile e che consentirebbe, attraverso l’eliminazione delle duplicazioni e degli sprechi, il recupero di risorse essenziali per garantire più efficienza ma anche maggiore gratificazione per chi, credendo ancora nella propria missione non vuole cedere alla corruzione e al malaffare. Per questo, conclude Romano, sollecitiamo il ministro Cancellieri a darci una risposta sulla nostra proposta di revisione del modello sicurezza, inviata oltre un mese fa e che prevede, anche se non definito nel dettaglio, un risparmio di risorse, in ogni provincia, per affitti e utenze di uffici, ormai fini a loro stessi per la carenza di personale, di ben oltre il 50% della spesa attuale. È veramente paradossale che mentre si taglia su tutto, persino sugli stipendi, ci si ostini ancora a voler mantenere il superfluo e le duplicazioni.