Roma 25 febbraio 2011 - (SRN) Analizziamo in dettaglio i punti caldi della protesta del Siulp contro il Governo Berlusconi e lo scempio della manovra finanziaria in tema di sicurezza per il paese. Tra le balle più grosse subite dai poliziotti, c'è la mancata esclusione del Comparto Sicurezza dal tetto retributivo, previsto dall’art. 9 comma 1 della Legge 122/2010, questo "colpo di genio" blocca alcune voci stipendiali e accessorie destinate all'attività sul territorio, rischiando così di paralizzare l’attività delle Forze dell’Ordine. Ora, il tutto è reso più grave se si pensa che accade in un momento a dir poco drammatico per la sicurezza del Paese, il quale si trova a dover fronteggiare l'arrivo di decine di migliaia di immigrati, profughi e rifugiati che bussano alle porte dell’Italia e determinano l'impiego massiccio degli operatori di Polizia. La mancata esclusione dal tetto retributivo e il non rifinanziamento del “fondo perequativo” (Art. 8 comma 11 bis della Legge 122/2010) determinano un blocco, tra l'altro, di scatti di anzianità, avanzamenti di carriera ed assegni di funzione e in più non riconosce pienamente quella Specificità della professione, che toglie ai poliziotti diritti che hanno altri cittadini in nome di un bene più grande, quello del Paese. Ciliegina sulla torta: non contenti di fustigare il presente degli operatori di polizia, i nostri governanti hanno picconato anche la previdenza complementare con la problematica dello scivolo 12 mesi per il personale destinato ad andare in pensione, con la nuova normativa sul Tfr e il mancato Riordino delle Carriere. Lo stato di mobilitazione con iniziative di protesta e dissenso come quella del 14 marzo davanti alla residenza di Arcore, segnano un crescendo a livello nazionale e territoriale nelle prossime settimane e nei prossimi mesi.
