Roma 13 dicembre 2010 - (SRN) Dopo il presidio ad Arcore di venerdì scorso e il volantinaggio in tutte le città italiane per informare i cittadini sulle difficoltà del comparto sicurezza, il Siulp insieme alle organizzazioni sindacali del "cartello", della penitenziaria, del corpo forestale e dei vigili del fuoco sono di nuovo in piazza oggi, 13 dicembre, con una manifestazione che si sta svolgendo a Montecitorio dalla mattina al pomeriggio, in concomitanza con l'avvio dei lavori della Camera. Riportiamo alcune dichiarazioni a caldo, di solidarietà, dal mondo politico: "Esprimiamo piena solidarietà alle organizzazioni sindacali del comparto polizia che sono impegnate con la loro mobilitazione a garantire non solo i diritti di questi lavoratori, ma soprattutto chiedono di poter avere quelle condizioni necessarie a garantire la sicurezza di tutti i cittadini". Con queste parole i parlamentari del PD Mario Tullo e Roberta Pinotti hanno commentato la protesta di questa mattina dei sindacati della polizia. "Sulla sicurezza il Governo Berlusconi ha fatto solo propaganda. L'aver ritirato alla Camera l'emendamento non è solo un grave venir meno agli impegni assunti con i lavoratori del settore sicurezza ma è anche un atto di grande irresponsabilità che mette in forse la piena operatività delle forze di polizia a partire dal primo gennaio". "Ci attiveremo con tutti gli strumenti parlamentari affinché nel passaggio al Senato si possa rimediare a questa scelta" hanno concluso Tullo e Pinotti. “Sinistra Ecologia Liberta’ sostiene le ragioni della protesta e della mobilitazione delle organizzazioni sindacali delle forze di polizia contro i tagli operati del governo sul terreno della sicurezza”. Lo afferma Elettra Deiana di Sinistra Ecologia Liberta’. “Lo smantellamento della sicurezza pubblica – spiega l’esponente di Sel – non deriva soltanto da un’inconsulta politica dei tagli, ma e’ anche la combinazione, da una parte, di una retorica emergenzialista e securitaria che si affida all’inasprimento delle norme di legge e delle misure repressive; dall’altra, di un’idea di fondo della gestione della cosa pubblica ademocratica quando non antidemocratica, che riduce l’ordine pubblico all’aspetto militare, con esibizione della forza e performances dei blindati, risparmiando invece su tutto quello che serve per avere forze di sicurezza costituzionalmente orientate, in grado di operare con efficacia sui territori e mescolando, per risparmiare sul personale, ma anche perche’ per i ministri competenti non c’e’ differenza sostanziale tra sicurezza civile e difesa militare, funzione militare e funzione civile”. “Lo sta a dimostrare – conclude Deiana – la reiterazione del piano per l’impiego delle Forze armate nel controllo del territorio in affiancamento alla forze di polizia. Un piano pericoloso e da far decadere al piu’ presto”.
