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sabato 18 settembre 2010

Editoriale del Segretario Generale Siulp Felice Romano: Uomini e Quacquaracquà

Siglato il contratto
Uomini (e quacquaraquà)
Editoriale del Segretario Generale Felice Romano






Per capire come a volte funzionano le cose nel mondo dei sindacati di polizia, il cui mandato principale è quello di tutelare gli interessi dei poliziotti, diventa necessario un breve richiamo a Leonardo Sciascia, esperto di Sicilia, di mafia, e soprattutto di vita.


Sciascia faceva dire al suo mafioso de “Il giorno della civetta” che vi sono varie categorie di esseri umani, le principali delle quali sono costituite da quella degli uomini e quella dei quacquaraquà.
La prima, quella degli uomini, ha un tratto caratteristico: il rispetto. Rispetto per se stessi, rispetto per il prossimo, rispetto persino per gli avversari.

Un rispetto concreto, fatto di correttezza, di lealtà, di condotte responsabili e perseveranti, dirette, sempre e comunque, più al conseguimento di un risultato che alla celebrazione della propria personalità.

L’ultima, quella dei quacquaraquà, si colloca esattamente all’estremo opposto: non conoscono, costoro, il significato della parola “rispetto”, di conseguenza non possono averne per gli altri, per i propri simili, siano essi avversari o amici e, alla fine, neanche per se stessi: irresponsabili ed incoscienti, a costoro, non interessa raggiungere risultati, ma semplicemente apparire, dimostrare, abbindolare. 

L’egoismo sfrenato e dissennato è il motore principale delle loro azioni. Parlano tanto e non producono nulla, starnazzano come le oche nel pollaio e per questo vengono detti quacquaraquà.

Ieri sera, a Palazzo Vidoni, il SIULP e tutti i sindacati di polizia hanno firmato il contratto per il biennio economico 2008-2009. Una firma avvenuta a conclusione di una trattativa durata quasi due anni, una trattativa durissima, sofferta, avvenuta in un momento particolare e delicatissimo del contesto economico del Paese.

Un contratto che porterà un aumento procapite lordo di circa 87,00 euro per l’agente e 118,00 per il vice questore aggiunto. 
In più la corresponsione degli arretrati, decurtati, ovviamente, dell’indennità di vacanza contrattuale già corrisposta dal 1° gennaio 2009.

Altri vantaggi, di non minore interesse, vengono illustrati nella tabella pubblicata in questo Flash. Per comprendere fino in fondo il significato della nostra azione e per poter distinguere tra quanto fanno gli uomini e quanto mettono in opera i quacquaraquà in queste situazioni, è opportuno ripercorrere le tappe di questa trattativa, non solo per rinfrescare la memoria, ma per dare possibilità a tutti di comprendere quanto rispetto sia stato nei fatti tributato da questo Governo alle donne e agli uomini della Polizia di Stato e quanta responsabilità il SIULP e i sindacati alleati del cartello, hanno saputo dimostrare anche in questa impegnativa occasione.

Il Governo uscente, quello di Prodi, aveva lasciato un’eredità pesante dal punto di vista delle conseguenze, ma leggera, anzi, leggerissima dal punto di vista degli investimenti a favore degli operatori dei comparti sicurezza e difesa. Appena 116,00 milioni di euro, proprio quelli che servivano alla sola copertura dell’indennità di vacanza contrattuale per l’anno 2008, più 586,00 milioni di euro dal 1° gennaio 2009.

Nel frattempo il Governo Prodi era caduto e il Governo Berlusconi, che proprio sulla sicurezza aveva saputo impostare la propria campagna elettorale, promettendo di tutto e di più a poliziotti, carabinieri e soldati, aveva la fortunata occasione di poter mettere in pratica tutti i suoi migliori propositi in tema di trattamento stipendiale da riservare alle forze dell’ordine: aumenti di stipendio, rinnovo del parco auto, maggiori risorse per riconoscere la nostra specificità e, soprattutto, udite udite, il tanto auspicato riordino delle carriere.

Il cambio di governo ha praticamente reso impossibile l’avvio della trattativa nei primi mesi del 2008, da un lato perché è perfettamente inutile contrattare con un governo che sta per essere sostituito; dall’altro perché non si può contrattare con un governo che ha bisogno di qualche mese per occupare le postazioni di comando.

Nel frattempo, però, essendo già riconosciuta, come da circa 10 anni avviene, l’indennità di vacanza contrattuale, il sindacato era più occupato a conseguire l’obiettivo prioritario della propria azione, cioè il riordino delle carriere, piuttosto che ad esigere il rinnovo del biennio economico da un governo appena eletto.

Si può dire, a questo punto, che dopo la manifestazione contro il Governo Prodi del dicembre 2007, durante la quale molti esponenti dell’allora opposizione si sono stracciate le vesti per protestare contro le drammatiche restrizioni operate a più riprese dal Governo “di sinistra” il SIULP e tutti i sindacati di polizia erano abbastanza fiduciosi sulle intenzioni manifestate dal Governo “di destra”.

Intenzioni che parlavano di migliori condizioni retributive, di maggiori investimenti, di migliore organizzazione delle forze di polizia. Ma l’idillio non superò l’autunno; con mini decreto Brunetta del giugno 2008, è stata stoppata la prassi d’inserire nel DPEF la previsione di spesa per il rinnovo contrattuale dei poliziotti ed è stata inaugurata una drastica politica di “cura” dell’apparato pubblico: la famosa cura che il sagace ministro dell’economia, Giulio Tremonti, definì “degli antibiotici e delle vitamine”.

In una prima fase, gli antibiotici: tagli colossali, riduzione di spese, blocco del turn over, per risistemare le finanze pubbliche; in una seconda fase, le vitamine: maggiori investimenti, incrementi retributivi, elevazione di limiti di spesa per l’ammodernamento degli equipaggiamenti.

Il fatto è che, come volevasi dimostrare, la cura è stata messa in pratica subito per la prima metà, quella degli antibiotici; per le vitamine ci avrebbero fatto sapere con calma.

Il SIULP ed i sindacati di polizia hanno dovuto lottare con le unghie e con i denti contro un governo dotato all’epoca della massima credibilità e beneficiato da un altissimo consenso elettorale, un vero e proprio governo “Golia” contro il quale la capacità di contrasto del SIULP, privo tra l’altro della possibilità di gestire una protesta incisiva giacché, come è noto i lavoratori di polizia non hanno, per scelta responsabile e matura, la possibilità di scioperare, appariva del tutto simile a quella di un Davide dotato di fionda.

Eppure, usando bene la fionda il Davide ce l’ha fatta ancora una volta. Sono stati evitati, grazie ad una colossale manifestazione del SIULP e dei sindacati di polizia aderenti al cartello, i tagli colossali e le penalizzazioni che il mini decreto Brunetta avrebbe comportato per i poliziotti, in particolare il taglio di un miliardo in tre anni sui capitoli di spesa delle amministrazioni della sicurezza, il taglio del 40% degli straordinari, l’abolizione della 13ª, il blocco degli aumenti legati alla pro-mozione, l’abolizione dell’assegno di funzione, ed altro ancora.

Non era facile organizzare una manifestazione contro un fortissimo Governo di destra a poco più di un anno di distanza da quella contro il Governo di sinistra: c’era il grosso rischio di perdere in credibilità, c’era il grosso rischio dell’effettosaturazione nell’opinione pubblica. Ma ce l’abbiamo fatta, la fionda, ancora una volta, ha funzionato e Golia è caduto a terra centrato da un grosso sasso in piena fronte.

A scanso d’equivoci però un concetto va chiarito: senza la fionda il gigantesco Golia avrebbe fatto letteralmente e pezzi sia Davide sia tutti i poliziotti che gli stavano dietro. A scatenare le giuste preoccupazioni dei sindacati di polizia erano state infatti le stesse parole del Ministro Brunetta, il quale, pochi giorni prima della manifestazione, in un miniintervento da lui tenuto presso la Funzione Pubblica, si era dichiarato pronto a firmare subito il contratto in base ai soldi allora disponibili; soldi che, se avessimo accettato, avrebbero portato un aumento pari a circa 40,00 euro lordi per l’agente, assorbiti quasi interamente dall’indennità di vacanza contrattuale.

A questo tipo di contratto ha fatto ieri riferimento lo stesso Ministro Brunetta all’atto della firma, a questo tipo di contratto ha fatto riferimento, purtroppo, qualche “collega” di qualche sindacato minoritario non aderente al cartello. Il fatto è che il SIULP è abituato a combattere fino alla fine prima di tirar su bandiera bianca ringraziando il Ministro di turno; senza manifestazione, senza lotta e senza sudore non sarebbe stato possibile l’investimento ulteriore che il Governo è stato costretto a fare per il comparto sicurezza, non sarebbe stato possibile siglare un contratto che sicuramente non è il contratto dei nostri sogni, ma è senza ombra di dubbio, il migliore dei contratti oggi possibile.

Giacché questa è la nostra tradizione, la nostra cultura: privilegiare il risultato concreto piuttosto che la chiacchiera da osteria. E se oggi abbiamo portato a casa un contratto che ci attribuisce il doppio come incremento procapite mensile rispetto a quanto voleva attribuirci, con atto magnanimo ed unilaterale il Ministro Brunetta, e quindi il Governo, noi dobbiamo ascrivere questo risultato al senso profondo del rispetto che abbiamo per i colleghi, per il nostro lavoro e per noi stessi.

I quacquaraquà che ancora oggi si sbracciano per svilire questo risultato e difendere l’indifendibile operato di Brunetta e del Governo non dimostrano, purtroppo, lo stesso rispetto: né per i colleghi, né per il sindacato di polizia, né, francamente, per loro stessi.

Abbiamo centrato l’obiettivo che era quello di conseguire, nonostante i tempi durissimi un incremento tale da salvaguardare il potere d’acquisto dei nostri stipendi, di evitare i tagli al nostro straordinario, di salvaguardare il principio della nostra specificità professionale.

Ma il nostro obiettivo prioritario, quello che dobbiamo conseguire da qui a breve con questo Governo resta il riordino delle nostre carriere; non risparmieremo nessuna energia finché, mantenendo salda l’alleanza con i sindacati del cartello, non venga varato il provvedimento che organizzerà in maniera finalmente moderna e funzionale l’organizzazione del nostro lavoro.

La nostra ricetta è semplice, ed è quella che ci ha permesso di arrivare fin qua: mantenere il tavolo aperto col Governo, perché è il Governo in carica a decidere e senza confronto non si possono porre rimedi alle ingiustizie; mantenere il raccordo con sindacati di polizia ed organizzazioni di rappresentanza dei colleghi militari perché in questo momento soltanto l’unione, quella vera, quella che persegue gli interessi generali, consente di raggiungere traguardi così importanti.

D’altra parte, si sarà capito, noi del SIULP siamo uomini, non quacquaraquà.