Roma, 5 agosto 2010 (SRN) - L’illuminazione della Capitale non è adeguata agli standard europei. Ci pensa l’imponente progetto Piano luce 2010-2020 a cambiare il volto di quasi tre mila strade di Roma in dieci anni, istallando 40.692 nuovi impianti, 12.272 completamenti e potenziamenti di installazioni già esistenti su un totale di oltre 1.400 chilometri di strade. Il Piano tiene conto di tutte le esigenze dei Municipi romani, con particolare riferimento alle zone periferiche. Questo renderà la città più sicura ma sarà indubbiamente anche una carta da giocare in vista della candidatura di Roma alle Olimpiadi del 2020. L’investimento complessivo è di 180 milioni di euro, hanno spiegato il direttore Illuminazione pubblica Acea Giovanni Vivarelli, il presidente di Acea Giancarlo Cremonesi e l’assessore ai Lavori pubblici Fabrizio Ghera. La novità, volta al risparmio energetico per la amministrazione pubblica, è il grande utilizzo di impianti a led, la tecnologia innovativa che permetterà di avere, oltre al risparmio, anche una migliore qualità della luce. Il cambio di tecnologia rispetto ai dispositivi luminosi attuali, garantirà maggiore efficienza energetica, maggiore durata dell’impianto, assenza di componenti inquinanti come il mercurio, un ridotto costo di smaltimento dei rifiuti, un' accensione immediata e una maggiore resistenza alle intemperie. Mentre il Piano luce 2010-2020 è ai blocchi di partenza, continua in tutto il territorio del Comune di Roma il “Piano straordinario” di interventi di illuminazione pubblica, partito nel 2009, finanziato con un importo complessivo pari a 20 milioni di euro. Ad oggi sono stati installati 1.379 punti luce in più e nei prossimi mesi sono già programmati altri 212 interventi per un totale di 4.621 punti luce in più. Il sontuoso intervento non può non misurarsi con gli altri problemi delle periferie di Roma, che soffrono di tanti mali, insediamenti abusivi, carenza di luoghi di aggregazione, di scuole e presidi sanitari, carenza di opere pubbliche, di infrastrutture e mobilità. Per queste aree, in cui i tanti comitati denunciano allarmi legati alla sicurezza e reclamano il diritto a diventare veri e propri quartieri organizzati, si rendono necessarie e urgenti, conferenze permanenti tra Regione Comune e Prefettura per monitorare l'efficacia degli interventi messi in campo e delle risorse economiche destinate. Sono forti le proteste dei movimenti per l'emergenza abitativa che accusano Alemanno e la Polverini di "scrivere con la mano sinistra" i comunicati di vicinanza e sostegno ma di "tagliare con la mano destra" i fondi casa, un miliardo di euro destinato all'Erp (Edilizia residenziale pubblica) che l'amministrazione regionale avrebbe cancellato . Tutto questo impone una seria riflessione, senza nulla togliere al Piano Luce 2010-2020.
